rotoforo

Il mio profondo interesse per la connessione tra umanità e paesaggio trova espressione nel progetto “Rotoforo”. Questa esplorazione si basa su una macchina fotografica stenopeica circolare autocostruita, uno strumento potente che non solo cattura immagini ma trasforma la mia prospettiva sul mondo. Attraverso il foro stenopeico, la fotografia diventa un atto di osservazione intima e soggettiva, una forma di interpretazione del paesaggio che supera la superficie visibile. La prospettiva a 360 gradi offerta dal “Rotoforo” amplifica questa visione alternativa, immergendomi in una realtà che è completa, frammentata, moltiplicata e sovrapposta, che simboleggia la complessità della vita. Nelle immagini di “Rotoforo”, il territorio è un protagonista in continua trasformazione, rivelato attraverso il filtro del foro stenopeico. Questo dispositivo fotografico, con la sua intrinseca semplicità e complessità, diventa una metafora della filosofia che guida il mio progetto. Proprio come il foro stenopeico trasforma la luce in immagini, così il “Rotoforo” trasforma il territorio in una narrazione visiva che sottolinea la bellezza della molteplicità e la profondità della complessità. “Rotoforo” è più di una semplice raccolta di fotografie; è una riflessione personale sul mio legame con il territorio e sulla natura in continua evoluzione della mia visione del mondo. Celebra la capacità della fotografia di svelare strati nascosti, esplorare il concetto di una realtà in continua evoluzione e offrire una prospettiva intima sulla complessità della vita che mi circonda.

Ho costruito diverse macchine fotografiche a foro stenopeico, ma quella alla quale sono più legato e che ha rappresentato una sfida è stata la versione circolare. Ho dedicato due anni a perfezionarla, periodi in cui spesso ho desiderato abbandonare l’intera impresa a causa delle difficoltà riscontrate nella sua costruzione. Tuttavia, il risultato ottenuto e le emozioni che ne derivano quando la uso mi confermano che il tempo e la fatica spesi sono stati giustificati.

Se avessi a disposizione il tempo e le risorse economiche, preferirei fotografare esclusivamente con questa macchina, nonostante il suo ingombro e la poca usabilità che richiede impegno fisico e, soprattutto, mentale. La prospettiva a 360 gradi che offre mi induce a riflessioni profonde su ciò che cerco di catturare. Spesso mi ritrovo a interrompere il flusso dei pensieri e ad abbracciare l’inevitabile, consapevole che è qualcosa che non posso controllare, un parallelo interessante con la stessa natura della vita.

I dodici fori che scattano contemporaneamente generano una visione plurale, moltiplicata e sovrapposta di quello che sto fotografando, innescando inevitabilmente uno spostamento del punto di vista. Questa peculiarità mi spinge a considerare la mia prospettiva con attenzione, cercando di aprirmi alla possibilità di valutare altri punti di vista. Ed è forse quello che cerchiamo di fare anche nella vita: ricercare un nostro punto di vista con consapevolezza, sforzandoci con la voglia di prenderne in considerazione differenti altrettanto validi e significativi. È almeno così che la penso.

La serie di scatti prende il nome “rotoforo”, una riflessione personale sul paesaggio sia interiore che esterno e un impegno creativo che continuo a esplorare. La fotografia diventa un medium per comunicare la mia visione, un viaggio sull’esistenza che invita a meditare sulla complessità della vita stessa.

Questa la review che ha scritto Steve Bisson sul lavoro “Rotoforo” e disponibile anche online alla pagina dedicata al portfolio.

“Rotoforo” è un dispositivo che consente all’autore di sganciarsi dalla realtà visibile per entrare in una dimensione che ha a che fare con la percezione. La fotocamera è questo strumento che registra il visibile sulla base della nostra intenzionalità, e ci specchia porzioni di mondo. La pinhole è uno di questi strumenti e per come costruita ci ritorna una visione distorta della fisicità del mondo. Ma il punto è proprio qui. Se le cose esistono nel momento che le osserviamo, ora ciò che Baldassari costruisce è altrettanto reale. E potrebbe venire da chiedersi se non sia piuttosto distorta la percezione comune del mondo rispetto a quella dell’individuo. Usando un termine che usa l’autore il mondo filtrato attraverso il dispositivo viene amplificato, in una visione espansa, prolungata oserei dire, che consente all’osservatore di restare nello spazio e percepire altro e di percepire diversamente. L’autore è chiaro in questo “Through the pinhole, photography becomes an act of intimate and subjective observation, a form of interpreting the landscape that surpasses the visible surface”. Il termine superficie qui è fondamentale e pertinente. Come se il visibile fosse un velo che impedisce di percepire davvero. E qui sta la distinzione tra un “ri-conoscere” oggettivo e un “dis-conoscere” soggettivo.


Andiamo oltre, ognuno può quindi reagire a questi costrutti visivi diversamente. Ogni percepito infatti è filtrato a sua volta dalla memoria di ciascuno e si proietta dunque altrettanto diversamente nella mente di chi guarda. Ogni immagine si combina con le “immagini che abbiamo”, e ne forma di nuove. Quindi nella mente le immagini sono sempre sovrapposte, non esistono foto-tipi in questo senso. Possiamo dire che inconsciamente osserviamo in un tempo 3d, non lineare, in cui le immagini del passato si fondono nel presente e proiettano futuro (nuovo). Un po’ come avviene nei sogni.

Dunque il “Rotoforo” di Baldassari ci aiuta, oltre che a osservare un mondo “rivisto” attraverso una pinhole camera, a ingaggiare la percezione dei luoghi attraverso una progettualità, che è fatta anche di sentimenti, di un “sentire” il mondo. Queste “visioni” parlano della mutevolezza della percezione così come dello spazio. Non esiste un mondo, esistono infiniti modi di intenderlo. Forse questa è la chiosa giusta per un lavoro così fatto, che ci invita ad esplorare tra le pieghe e intrecci del visibile.”

testo di Steve Bisson

roma 2015
roma eur 2015
roma eur 2015
roma eur 2015
roma villa borghese tempio di esculapio 2015
roma gianicolo fontana.dell’acqua.paola 2015
roma piazza navona 2015
roma auditorium 2012
roma castel sant’angelo 2004
roma piazza del popolo 2004
roma piazza della minerva 2004
roma eur 2004
prime prove di scatto 2002
prime prove di scatto 2002
prime prove di scatto 2002

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