cinque per uno 5x1

Cinque x Uno

“Se ti dico che la città cui tende il mio viaggio è discontinua nello spazio e nel tempo, ora più rada ora più densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla.”
Italo Calvino

Il progetto nasce da un mio modo di vivere Roma, la città in cui sono nato e cresciuto. Non ho punti di riferimento ai quali sono particolarmente affezionato, ma amo attraversarla esplorando strade e luoghi nuovi, in una continua scoperta. Tuttavia, mi sono accorto che per i miei amici esistono luoghi che li rappresentano profondamente, spazi che fanno parte della loro identità e della loro storia personale. Sono posti dove possono tornare, perché legati a ricordi importanti, a momenti felici o a eventi significativi che ci uniscono.

Ho chiesto loro di portarmi in cinque di questi luoghi, a volte conoscendo le motivazioni che li spingono a tornarci, altre volte senza sapere nulla, lasciandomi sorprendere. In ogni occasione, ho cercato di creare una relazione con il luogo rivelatomi e di trovare un’affinità con la persona ritratta, restituendone una mia interpretazione attraverso la fotografia stenopeica. Il foro stenopeico, con la sua lentezza e la sua capacità di catturare il tempo in modo unico, mi ha permesso di entrare in sintonia con lo spazio e con le storie che racconta, restituendo immagini che sfuggono alla precisione ottica per abbracciare un’essenza più intima e sfumata.

Il progetto non si limita alle persone che conosco: desidero coinvolgere anche chi non è nato a Roma, ma che ha sviluppato un legame con la città, e chiunque sia disposto a condividere i propri luoghi sensibili.

Vorrei che da queste esplorazioni nascesse una sorta di mappa sentimentale della città, una cartografia emozionale che non segue le coordinate tradizionali, ma si costruisce attraverso i legami, le memorie e le esperienze individuali. Ogni luogo custodisce un’essenza unica, che trascende la sua materialità e si arricchisce delle storie personali di chi lo vive. Questa essenza, mutevole nel tempo, dipende dalla storia, dalla conformazione fisica dello spazio e dall’esperienza di chi lo attraversa. Non si svela in modo univoco a tutti, ma si modella sulla sensibilità e sul vissuto di ciascuno.

Goethe, nel suo Viaggio in Italia, cercava non solo arte e storia, ma anche un’esperienza di trasformazione personale, lasciandosi modellare dall’incontro con una nuova cultura e con il diverso. In modo analogo, questa mappa sentimentale di Roma si propone come un ponte tra il personale e l’universale, tra l’individuale e il collettivo, attraverso il legame emozionale con i luoghi. Il foro stenopeico, con la sua estetica sfocata e atemporale, diventa lo strumento perfetto per tradurre questa ricerca in immagini che evocano più di quanto mostrano, lasciando spazio all’immaginazione e alla memoria.

Vorrei replicare questo approccio anche in altre città, esplorando luoghi attraverso gli occhi di chi li vive, con persone disposte a mettersi in gioco e a condividere il loro rapporto intimo con gli spazi urbani. Ogni città ha una sua anima nascosta, fatta di storie, legami e percezioni uniche: il mio obiettivo è rivelarne la dimensione più profonda, quella che non si trova sulle mappe ufficiali, ma solo nel cuore di chi quei luoghi li ha abitati e amati.

Emanuela

Luca

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