amo – eh! – a che pensi? – a Niente!

Pensare di non pensare
Momenti particolari quando l’urgenza di tutto
l’insofferenza, l’irrequietezza,
è meno presente pressante
subito dopo il risveglio nelle lenzuola in quel preciso momento il tempo si dilata quasi scompare
succede!
la mente si distende ricorda progetta sogna vaga
accade!
dopo qualcosa di bello, un film, la musica,
cucinare, mangiare, leggere
il piacere di crollare nel sonno, la piccola gioia di una cosa ben fatta,
il ne valeva la pena anche nel casino delle cose difficili e nella sconfitta,
i sogni, la battuta al momento giusto, le piccole cose
in viaggio
la moto che va entri in curva la fai e non pensi la senti, una giornata particolare tutto va a posto senza problemi liscio, momenti felici di sospensione
allora il tempo si arrende si fa più latente
la foto arriva è d’istinto la scatti e non pensi
la mente si estende
il cuore si allarga e pretende
ed eccola la dimensione altra è presente
per un poco per molto per niente
e in quell’istante
-amo’
-eh!!
-a che pensi?
-a NIENTE!!!

Non so dire molto sulla mia filosofia diciamo che è ancora in via di
definizione, ma a dir la verità credo che non riuscirò mai bene a
definirla. Per le mie foto uso prevalentemente la tecnica del foro
stenopeico come in questa serie. Tecnica che utilizzo ormai da oltre 20
anni. Il tema comune delle mie foto è spesso il viaggio, le fotografie
servono come appunti per la memoria. Questa mostra è nata quasi per caso,
per gioco, girovagando in internet mi è capitato di trovare degli
aforismi/citazioni che aderivamo al mio modo di vedere le cose, la vita,
la fotografia, ci ho pensato un pò cercando di approfondire prendendo
spunto da libri, film, di mettermi in ascolto, e dal caso la mostra si è
trasformata in esigenza, un opportunità per farmi conoscere, e per
conoscere gli altri, un work in progress che continuerò ad aggiornare sul
mio sito.
Luca Baldassari

e il tempo riprende……



Luca è una persona di poche parole… cioè pensa molto!
Ha scelto di fotografare con il foro stenopeico, su apparecchi
autocostruiti: una fotografia da meditazione. Tempi lunghi. La luce (la
radiazione, l’energia) si posa lentamente sul materiale sensibile e,
contemporaneamente, si stratifica nella coscienza del fotografo: si tratta
di una particolare forma di conoscenza che mira alla profondità delle
cose, all’essenza.
Non è facile descrivere le sensazioni che si provano operando con il foro
stenopeico. Si tratta di una fotografia “naturale” e, insieme, molto
“tecnica”. Luca è un costruttore: le macchine fotografiche escono dalle
sue mani. E’ uno sperimentatore: ogni condizione di illuminazione, di
colore, di forma richiede una modifica del processo. E’ un viaggiatore: si
porta dietro la sua strana attrezzatura e vede quello che gli altri non
possono vedere. E’ un artista: la tecnica costruttiva più elementare e
“leggera” si associa alla magia tecnologica della fotografia ”immediata”
(polaroid, fuji) e stabilisce un metodo di lavoro che accetta l’imprevisto
come parte della ricerca. Il computer interviene alla fine,
paradossalmente, per dare “materialità” ad un processo per gran parte
etereo, evanescente.

Per questa mostra Luca ha deciso di associare le immagini dei suoi viaggi
a delle parole: citazioni. Sono i pensieri che nei lunghi periodi di
attesa che la foto “si faccia”, durante gli spostamenti, durante il
realizzarsi del processo fotografico, affiorano alla mente e che
miracolosamente troviamo cristallizzati in pensieri di altri, in parole
volanti (dai libri, dai film…) che incontrano le nostre riflessioni non
dette e precipitano su un foglio in forma definitiva e perfetta.
Diciamo la verità: noi fotografi non accettiamo di buon grado
l’indeterminatezza dei significati delle nostre fotografie. Ci piacerebbe
tanto che l’osservatore pensasse e vedesse come noi, che ri-conoscesse ciò
che noi abbiamo conosciuto. Ma non è a questo che servono le fotografie.
Da ogni immagine inizia un percorso creativo nuovo, tutto
dell’osservatore, che noi non possiamo controllare o arginare. Possiamo
solo indirizzare, circoscrivere, suggerire sperando in un possibile
incontro… tra pensieri volanti.

Riccardo Pieroni, gennaio 2009

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